Case Study

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MODELLO GENTLECARE® E TRATTAMENTO DEMENZE: CASE STUDY

Valutazioni pre-ingresso nel nucleo demenze

La Sig.ra F. soffre di demenza vascolare, diagnosi del 2008 tramite risonanza magnetica richiesta per l’aggravamento dei sintomi di deficit della memoria a breve termine, constato dal medico psichiatra che l’aveva in cura per una sindrome ansioso depressiva. Seguono due anni vissuti in casa con il supporto di un assistente familiare presente 24 ore su 24.
La Sig.ra F. a casa è accogliente verso le nuove persone, è rallentata nei movimenti e si sposta appoggiandosi ai mobili, in sovrappeso e confusa.
È diabetica e obesa. All’ingresso nel nucleo demenze pesa 85 kg per un’altezza di 148 cm.
Inizia a vivere nel nucleo demenze il 22 marzo del 2010.

Attività pre-ingresso nel nucleo demenze

  • visita domiciliare dell’assistente sociale e della referente del nucleo demenze per conoscere la Sig.ra F. e verificare che possieda le caratteristiche per essere accolta in struttura, tra cui la deambulazione senza aiuto e ausili
  • incontro fra l’assistente sociale, le due figlie e una nuora della Sig.ra F. per definire le modalità di ingresso e raccogliere la biografia della paziente, essenziale per il Modello GENTLECARE®

Elementi dalla storia di vita di F., affetta da demenza vascolare

La biografia della Sig.ra F. è stata raccolta ed elaborata dall’assistente sociale, sette facciate dense di informazioni, articolate nei sei gruppi richiesti dalle Linee Guida GENTLECARE® (dati anagrafici, storie di famiglie, dall’infanzia all’età adulta, pensionamento, storia di un cambiamento, storia di un incontro). Il ritratto è quello di una signora socievole, che adora il contatto fisico, amante della compagnia, a suo agio nel contesto della casa e della cucina in particolare, dove esprime la sua autonomia, affezionata alla famiglia.
I disturbi del comportamento, agitazione e aggressività sia verbale sia fisica scaturiscono quando viene rimproverata per il modo in cui sta facendo le cose o, peggio, è ostacolata nel fare qualcosa.

Risultati nei primi 2 mesi nel nucleo demenze

  • calo della terapia sedativa, ridotta già dopo una settimana dall’ingresso
  • controllo del regime alimentare
  • nel primo mese, aprile 2010, la Sig.ra F. è apatica, dorme spesso e non partecipa alle attività
  • dopo un mese, maggio 2010, calo ponderale di peso
  • a maggio 2010 inizia a comunicare, a essere vitale, interessata alle attività e desiderosa di creare relazioni affettive con le persone vicine
  • i figli e il marito si recano a far visita assieme alla Sig.ra F.

Insorgenza di un cambiamento negativo nel comportamento

  • A maggio del 2011 c’è un cambiamento del comportamento della Sig.ra F.: diviene chiusa, non mangia in compagnia, ha episodi di wandering (vagabonda senza scopo), non ricorda di avere figli e nipoti ma solo un fidanzato, si muove nel nucleo trascinando una sedia, crea disagio negli altri anziani. Se gli operatori tentano di avvicinarla o distrarla, diventava aggressiva.
  • L’équipe analizza le variabili intervenute. Dalla valutazione della scheda di monitoraggio dei disturbi del comportamento, dei resoconti accurati dei comportamenti registrati nelle consegne giornaliere, dalla rilettura della biografia, dall’analisi degli eventi del periodo antecedente, individua quale possibile elemento scatenante l’ingresso, ad aprile 2011, di una nuova signora, con un marito affettuoso e presente, in visita ogni giorno.
  • L’équipe definisce un progetto di intervento, concordato e monitorato, per aumentare la presenza nel nucleo demenze del marito della Sig.ra F.: 3 volte alla settimana a giorni alterni per maggio 2011 e poi tutti i giorni.
  • L’équipe, analizzando il trascinamento della sedia adottato dalla paziente, stabilisce 6 momenti nel mese di maggio 2011 in cui l’assistente sociale chiama la Sig.ra F. nel suo ufficio e le chiede di accudire in sua assenza il proprio figlio, una bambola in una carrozzina (la sedia?) vicina alla scrivania. L’intervento nasce considerando la biografia della Sig.ra F., il grande affetto per figli e nipoti e l’importanza da lei data al ruolo materno. La scelta di affidarle un bambino come baby sitter, per un tempo determinato con un inizio e una fine dell’azione e in un luogo diverso dal nucleo demenze, mira a evitare il rischio di un eccessivo attaccamento e di un fraintendimento.
  • A fine giugno 2011 i disturbi del comportamento della Sig.ra F. scompaiono del tutto.

Risultati a 21 mesi dall’ingresso nel nucleo demenze

  • netto miglioramento dell’obesità, con un peso di 67 kg contro gli 85 iniziali
  • ulteriore riduzione della terapia sedativa
  • tangibile miglioramento della qualità della vita della Sig.ra F. e della sua famiglia, nonostante la demenza presente
  • la giornata della Sig.ra F. trascorre serena, ben scandita nei suoi tempi e rituali, fra piccoli compiti da svolgere e momenti per rilassarsi così da mantenerne la tranquillità ed evitare stress e conseguente aggressività, come previsto dal Modello GENTLECARE®
  • il marito ha imparato a relazionarsi nel modo più adeguato con la moglie, è diventato affettuoso ed è riuscito ad accettare di più la malattia
  • in un’intervista di confronto, i figli sottolineano come “qui ci hanno insegnato come comportaci nel nucleo, ci hanno spiegato come comportarci anche con gli altri ospiti, di salutare tutti quando arriviamo, di essere affettuosi con tutti e dare attenzione a tutti, ci hanno spiegato che le persone con demenza ragionano con il cuore”

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