Indicazioni operative per la gestione della quotidianità
Elena Bortolomiol- Referente europea del Metodo Gentlecare e Formatore
E’ opinione corrente che gli interventi terapeutici di natura non farmacologica sulla demenza senile abbiano, per l’organicità della malattia, un limite predeterminato. A partire dagli anni ’80 l’uso della contenzione della persona anziana è stato messo in discussione sia in termini di efficacia (riduce davvero il rischio di lesioni a sé e agli altri?) sia sul piano etico. Ancora oggi è acceso il dibattito per definire quando e se sia opportuno ricorrere ai mezzi di contenzione e a quali.
Se è vero che la contenzione in alcune circostanze è necessaria per la sicurezza della persona e di chi la assiste, è altrettanto vero che va utilizzata con coscienza e solo in caso di effettiva necessità. Occorre infatti tenere presente che l’uso inappropriato o prolungato dei mezzi di contenzione può avere ripercussioni sia sul piano psicologico (della persona sottoposta a contenzione e dei familiari) sia sul piano fisico. L’uso dei mezzi di contenzione deve quindi essere valutato con attenzione e deve essere limitato nel tempo.
Tra i motivi che portano gli operatori sanitari a utilizzare mezzi di contenzione ci sono: la prevenzione delle cadute, il trattamento dell’agitazione e dell’aggressività, il controllo del comportamento e la prevenzione del vagare, specie negli anziani. Inoltre, in alcuni casi può essere necessario ricorrere alla contenzione per somministrare la terapia o per evitare che la persona si stacchi il catetere o altri dispositivi indispensabili per l’assistenza o la terapia. In particolare, a seconda delle caratteristiche di ogni singolo, sarebbe opportuno procedere con interventi alternativi specifici, ad esempio:
- Persone a rischio di caduta:gli studi hanno dimostrato che per prevenire le cadute occorre avere un approccio multidisciplinare. Si consiglia quindi di illuminare bene la stanza, predisporre un pavimento non scivoloso, utilizzare scarpe con suola antiscivolo, preferire un materasso concavo e sistemare alcune coperte arrotolate ai bordi del letto. Il soft corner (foto) è in questo caso un elemento protesico che serve molto in questa fase, in quanto permette alla persona di stare a letto in sicurezza, di muoversi liberamente e di svolgere anche delle attività con l’aiuto dei professionisti, qualora la persona non riesca a stare nelle sale comuni.
- Persone che vagano (wandering): occorre evitare l’allettamento forzato tutelando però la sicurezza del soggetto, a tal fine bisognerebbe organizzare l’ambiente in modo tale che le persone abbiano uno spazio sicuro dove poter vagare liberamente. Occorre inoltre bloccare l’accesso a luoghi non sicuri, impedire che lascino la struttura, disporre percorsi privi di ostacoli. I familiari o i volontari possono, in questa fase, aiutare gli operatori controllando a turno la persona, distraendola ad osservare alcune cose poste nell’ambiente, come ad esempio oggetti che stimolino ricordi e che rimandino all’ambiente di casa, e proponendo attività (distraenti) come l’ascolto della musica.
- Persone in terapia farmacologica: si è visto che i farmaci, soprattutto se psicofarmaci, possono causare come effetto avverso episodi di disorientamento, agitazione e confusione, eventi che possono indurre a utilizzare mezzi di contenzione. Le persone vengono sedate dopo un comportamento catastrofico o in previsione di una futura violenza, ma la contenzione può essere una metafora di fallimento. E’ bene quindi tenere sotto controllo queste persone segnalando i comportamenti anomali o inusuali, in quanto possono essere di aiuto per trovare strategie diverse per accudire. In questo caso anche l’uso delle bambole o la pet therapy hanno ridotto molto l’ansia, deliri e momenti di depressione, aspetti presenti nella vita quotidiana di ogni persona anziana.
- Persone in sedia a rotelle: spesso è una contenzione e non un mezzo protesico, che dovrebbe essere studiato a seconda dell’individuo e dei suoi bisogni. Spesso si tende a contenere chi ha un elevato wandering, perché non si ha il tempo di fare attività. Questo non è un approccio Gentlecare. Inoltre, bisogna evitare di usare tavoli di plexiglass perché generano confusione e agitazione.
- I programmi devono adattarsi ai bisogni personali, riducendo lo stress e la fretta per favorire l’interazione e l’attività. Il ruolo dei familiari nell’alleanza terapeutica di cura è importante, in quanto chi assiste e conosce la persona in cura può collaborare con gli operatori proponendo oggetti interessanti/cose da toccare, da fare, attività familiari come l’ascolto della musica, passeggiate per distrarre la persona da comportamenti a rischio. E’ fondamentale riallacciarsi a ciò che è stato significativo per l’anziano, al fine di rafforzare l’identità anche in momenti di delirium.Concludendo, un frammento per riflettere e per capire quanto si può ancora fare, perché l’obiettivo deve essere accudire, rispettare e controllare gli uomini e le donne, invece di contenere i comportamenti indesiderati. Da Smith Henderson, Cary. “Visione parziale: Un diario dell’Alzheimer.” “Ricordo l’ospedale universitario di-non so dove. Mi sono agitato a tal punto che hanno dovuto legarmi. Dio mio, che orrore! Ero talmente su di giri e agitato che penso di essermi anche fatto male. Tiravo calci, urlavo, facevo tutto sbagliato. È dura se sei tu stesso a fare quest’esperienza, specialmente se le persone non comunicano con te. Non si davano molto la pena di spiegare cosa loro dovevano fare e di farlo con garbo. Insomma mi trattavano solo come un caso clinico. E ricordo quella notte come una delle peggiori in assoluto dell