La demenza è una condizione cronica degenerativa delle capacità cognitive tipica della popolazione anziana. Essa comporta un progressivo isolamento sociale, con sempre maggiori difficoltà nelle attività di vita quotidiana e nelle occupazioni delle persone. Con “occupazione” si intende qualunque attività significativa e che ha importanza per la persona, dalle attività lavorative e sociali a quelle di vestizione e nutrizione, passando per tutte le piccole grandi cose che facciamo nella vita di tutti i giorni.
Il Terapista Occupazionale, il cui profilo professionale è riconosciuto dal Ministero della Sanità Italiana e dall’OMS, è una professione che si concentra sulla autonomia nelle attività significative. Il professionista in possesso del titolo di laurea abilitante è in grado di sviluppare progetti riabilitativi basati su evidenze scientifiche utilizzando strategie, ausili, adattamenti, modifiche ambientali, tecniche e attività con lo scopo di promuovere e massimizzare l’autonomia della persona. Il Terapista Occupazionale, inoltre, è inserito nelle professioni necessarie per l’assistenza alla persona con demenza all’interno del Piano Nazionale Demenze 2014 emesso dal Ministero della Salute.
L’IMPORTANZA DELL’AUTONOMIA
In ogni fase della vita, ogni persona ha obiettivi, ruoli, cose che deve o vuole fare oppure cose che gli altri si aspettano che faccia. L’autonomia è una condizione necessaria per generare benessere, realizzazione e buona qualità di vita. La patologia, cronica o acuta, può interferire con il funzionamento occupazionale di ognuno, compromettendo le capacità di essere autonomi e soddisfatti. Le complesse interconnessioni fra l’ambiente fisico e sociale in cui si vive, il background culturale, la volizione della persona e le occupazioni, in relazione alla condizione patologica, sono l’oggetto di studio e lavoro del Terapista Occupazionale.
L’atto di cura messo a punto nella logica sopraindicata è altamente ecologico, perché legato al qui e ora della persona da curare. Non si devono compiere interventi generici, ma terapie che permettono all’individuo di essere se stesso, cioè in grado di pensare e di fare al massimo delle proprie potenzialità in uno specifico momento ed in un certo ambiente.
IL RUOLO DEL TERAPISTA OCCUPAZIONALE NELLA DEMENZA
Il Terapista Occupazionale può aiutare le persone con demenza e i loro caregiver in ogni fase della malattia insieme a tutti i membri del team riabilitativo (medici di base e specializzati, psicologi, fisioterapisti, infermieri, Oss…).
Nelle fasi iniziali di deficit cognitivo lieve, si è rivelato efficace coinvolgere la persona in attività di vita e compiti funzionali in grado di stimolarla, ciò per mantenere “allenata” la mente.
Progredendo con la patologia, il Terapista può ricavare quali siano le attività significative per la persona con demenza utilizzando strumenti di valutazione internazionali validati. Partendo dalla storia della persona, si può costruire un progetto riabilitativo per aiutarla a fare ciò che ha sempre fatto, o che vorrebbe fare: l’ambiente di lavoro ideale è il domicilio del paziente. Fra gli obiettivi, sempre in fase iniziale-moderata, ci sono quelli di addestrare il caregiver a strategie per contenere i disturbi del comportamento della persona con deficit cognitivo, rendere l’ambiente sicuro e stimolante, coinvolgere entrambe le persone in attività piacevoli, migliorare la rete sociale del paziente e informare sui servizi che può offrire il territorio per supportare la domiciliarità.
Quando la patologia passa alle fasi più avanzate, il terapista occupazionale si concentra sulla protesizzazione degli ambienti e può sviluppare programmi riabilitativi di mantenimento nei vari setting (domicilio, Centro diurno, strutture residenziali, nuclei Alzheimer…), avendo sempre chiaro l’obiettivo di migliorare la qualità di vita della persona affetta da demenza e aiutare a mantenere le competenze della persona.
Nelle ultime fasi di malattia, quando i disturbi del comportamento possono essere marcati, il terapista occupazionale lavora sulla stimolazione multisensoriale, oltre che sulle abilità residue della persona, da stimolare mediante attività adattate.
RUOLO NEL TEAM E CONSIDERAZIONI
Va inoltre ricordato che la valutazione multidimensionale riguarda tutta l’equipe curante; se non viene condivisa, e quindi se il progetto di cura non è impostato sinergicamente, basandosi su ipotesi di obiettivi comuni da raggiungere, il rischio di fallimento è molto elevato ed è comprensivo di mancato raggiungimento degli outcome clinici, alti costi e scarsa soddisfazione del paziente. Il lavoro di equipe è strutturale alla cura dell’anziano fragile e come tale deve avere un ruolo centrale.
Noi terapisti occupazionali abbiamo fatto nostra una proclamazione di Goethe che nel Faust afferma : “In principio era l’azione” ed è questa stessa filosofia che ci fa cercare anche nelle persone fragili, compromesse funzionalmente e cognitivamente, l’agire.
Alessandro Lanzoni e Sara Luise
Terapisti Occupazionali
(Fonte dell’immagine: www.ideass.it)